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lunedì 11 luglio 2011

I centri di lavoro ad alta velocità breton fanno centro - 2a parte

VOLANO ALTO
La quasi totalità dei prodotti Breton è dedicata al settore aerospaziale: Eagle, Raptor, Matrix, Flymill, Titan, Xceeder, Ultrix sono centri di lavoro progettati ognuno per lavorare materiali diversi e di diverse dimensioni. Ad esempio, la lavorazione delle strutture aeronautiche leggere, ed in particolar modo il materiale composito e le resine, sono le specialità di Eagle e Raptor, centri di lavoro verticali a 5 assi continui. Per le loro conformazioni (portale con trave mobile a 5 assi interpolati) sono macchine particolarmente indicate per fresatura, rifilatura, contornatura e foratura di elementi 3D complessi con la massima precisione e dinamica anche in sottosquadra.
Le famiglie Matrix e Flymill sono indicate per la lavorazione di alta precisione di strutture aeronautiche in alluminio e in leghe speciali di medie e grandi dimensioni e, nel settore militare, per la lavorazione della fibra di carbonio. Le peculiari caratteristiche di rigidezza e dinamica delle macchine consentono di affrontare le varie tipologie di particolari con la massima velocità di lavorazione e capacità di asportazione. Breton detiene l’esclusiva della tecnologia Metalquartz applicata al settore dei centri di lavoro ad alta velocità, grazie alla quale le performance di lavorazione vengono sensibilmente aumentate.
 
Tra le macchine che l'azienda ha portato all’Aerospace Meeting 2011 di Kuala Lumpur, non possiamo non citare la macchina di punta, novità destinata alla lavorazione delle superleghe e titanio: Titan. La gamma consta di 3 modelli di centri di lavoro a portale  mobile con 5 assi interpolati, che si differenziano sostanzialmente per la corsa verticale e trasversale (da 2.500 a 4.000 mm), mentre in longitudinale spazia tra 3.000 e 8.000 mm e, su richiesta, anche oltre.
Le macchine sono pensate per la lavorazione ad alta velocità di titanio e superleghe, acciai altamente legati, leghe di acciaio e leghe leggere. La Titan è particolarmente indicata per la lavorazione di elementi che richiedono operazioni di fresatura, foratura e maschiatura aventi forma tridimensionale complessa (prismatica), quali ad esempio quelli del settore aeronautico, dell’energia, degli stampi e della meccanica generale.
Per rispondere in particolare alle richieste del settore aerospaziale è necessario lavorare i componenti richiesti, anche molto complessi, in tempi estremamente rapidi e con standard qualitativi alti. E Breton lo sa.

La serie di centri di lavoro a 5 assi Flymill ha quattro modelli: 1000, 1300, 1600 e 2000, che si differenziano sostanzialmente per la corsa verticale e per la corsa trasversale che ha dimensioni di 2.500mm, 4.000mm e 3.500mm, mentre le corse longitudinali variano tra 2.000 e 8.000mm e oltre a richiesta.
Le teste birotative, tutte con rotazione continua dell’asse C, rotazione asse A da -105° a +120°, velocità di rotazione fino a 100 rpm e potenza elettromandrino fino a 40 Kw, permettono alla macchina di eseguire rapidamente le lavorazioni più complesse, operando simultaneamente sulle tre dimensioni con la massima semplicità di programmazione
La gamma dei centri di lavoro CNC verticali Flymill è stata concepita per offrire all’utilizzatore un’ampia zona di lavoro pur in una struttura compatta, rispondente alle esigenze di spazi limitati; una vastissima gamma di accessori sono disponibili per personalizzare la produzione e le esigenze di lavorazione per l’aerospaziale.
Matrix è la gamma di centri di lavoro a portale con trave mobile progettata e realizzata da Breton per soddisfare particolarmente le nuove esigenze di lavorazioni ad alta velocità nel settore aerospaziale.
Grazie alle sue possibili configurazioni e alla vasta gamma disponibile,
Matrix   ha corse X da 2.500 mm fino a 3.900 mm, Y da 2.000 mm fino a 8.000 mm, Z da 1.000 mm fino a 1.600 mm e consente di lavorare particolari di medie e grandi dimensioni realizzati in leghe speciali, acciaio, alluminio, resina e materiali compositi.
Xceeder è la gamma di centri di lavoro per alta velocità proposta da Breton per soddisfare le richieste più esigenti degli operatori del settore aerospaziale. Architettura a portale, tecnologia Metalquartz, tavola rototiltante con azionamento Direct Drive sono le caratteristiche peculiari che assicurano un volume di lavoro generoso con ingombri contenuti.
Maxima è un centro di lavoro verticale multifunzionale ad alta velocità, a 6 assi continui, per fresatura e tornitura verticale di particolari fino a 3.500 mm di diametro realizzati in superleghe (titanio, inconel, ecc.), acciaio, alluminio o compositi.
Questi nuovi centri di lavoro, con velocità di rapido fino a 60 m/min negli assi lineari e velocità di rotazione della tavola fino a 500 giri/min, sono potenti e dinamici grazie alla loro robusta struttura e alla tavola di tornitura/fresatura che offre diametri fino a 3.000 mm, coppia di lavoro fino a 28.000 Nm, e capacità di carico fino a 12.000 kg.
Il centro di lavoro Breton Ultrix a cinque assi ad alta velocità ed elevato grado di automazione, è in grado di eseguire operazioni di fresatura, tornitura e rettifica di pezzi fino a 1.200 mm di diametro. Il centro di lavoro Ultrix è dotato di un potente mandrino da 75 kW, 300 Nm, 14.000 giri/min e di software per la realizzazione di ingranaggi conici Klingenberg e Gleason. È la risposta Breton alle esigenze di elevata qualità e precisione in sistemi di produzione ad elevata automazione per la lavorazione di pezzi di medie e piccole dimensioni.
(articolo estratto da TECNE' di giugno)


Leggi anche la 1a parte >>

venerdì 8 luglio 2011

I centri di lavoro ad alta velocità breton fanno centro - 1a parte

Prodotti innovativi con grande contenuto tecnologico fanno di Breton una delle aziende leader nel settore dei centri di lavorazione. Le loro macchine si contraddistinguono e sono riconosciute a livello mondiale per l’elevata qualità tecnologica, le superiori performance produttive, le soluzioni innovative e l’indiscussa qualità del sistema prodotto/servizio offerto ai clienti.
Se il 2010 può essere ricordato come un anno non particolarmente felice per molti settori, con molte aziende colpite dalla crisi dei mercati internazionali, il comparto aerospaziale segue un andamento a sé stante. Il settore, infatti, è legato a progetti a lungo termine che risentono solo in minima parte delle crisi cicliche o legate all’andamento dell’economia. Questo perché la progettazione, produzione e commercializzazione di un nuovo aeromobile richiede un tempo medio di circa 10 anni. Non a caso, la maggior parte dei progetti acquisiti da Breton nel 2010 era in ambito aerospaziale.
Con sede a Castello di Godego (TV), Breton si è imposta nel settore dei centri a controllo numerico e in pochi anni si è trovata ad essere uno dei più importanti attori sulla scena mondiale, ruolo che tuttora le viene riconosciuto a livello internazionale. La chiave del successo? Ricerca e sviluppo, parole che con Breton non suonano affatto retoriche: all’interno dell’azienda, in cui operano circa 500 persone, è presente un laboratorio di ricerca, mentre i dipartimenti di progettazione meccanica ed elettronica sviluppano di continuo le nuove idee di prodotti, processi e tecnologie di produzione.
La gamma dei centri di lavoro Breton, concepita per lavorare alluminio, acciaio, titanio, leghe speciali e materiali compositi è in grado di offrire soluzioni a numerosi settori industriali. Nella divisione macchine utensili, a parte i settori pietra naturale e agglomerato, il comparto aerospaziale copre almeno il 60% delle applicazioni, seguito da stampi, modellistica, meccanica generale e ingranaggi.

ANTICIPARE IL MERCATO
Le macchine Breton nascono da un’attenta ricerca di mercato, cercando di anticipare quanto possibile le richieste dei clienti. La forza dell'azienda sta, appunto, nell’avere un time to market cortissimo e riuscendo così a proporre soluzioni innovative in tempi minimi. In particolare, il cliente dell'aerospace è molto sensibile alla precisione della macchina e alla possibilità di poter lavorare contemporaneamente molti materiali, dal titanio all’alluminio alla fibra di carbonio. La fabbricazione del prodotto viene gestita tramite un processo altamente informatizzato all’interno dell’azienda. 

Nei dipartimenti produttivi si utilizzano modernissime macchine utensili automatiche ed avanzate tecnologie di lavorazione che, da un lato, consentono di raggiungere gli elevati standard di qualità richiesti e, dall’altro, di ridurre i tempi delle lavorazioni. In questo modo Breton riesce a perseguire in modo efficace le economie di costo che il mercato oggi impone. 
L'elevata professionalità delle maestranze, i regolari controlli sulla qualità della merce in entrata e un rigoroso collaudo finale del prodotto finito assicurano la proverbiale affidabilità delle macchine Breton.
(articolo estratto da TECNE' di giugno)
Leggi anche la 2a parte >> 

Non è solo una questione di micron - 2a parte

Una scelta vincente 
Le commesse del settore aeronautico impongono precisioni e tolleranze estreme.
«Le macchine presenti in officina erano al limite, – ha proseguito Zaccone – quindi l’acquisto di nuovi modelli è stato una scelta obbligata».
I costruttori che propongono macchine simili sono numerose: perché scegliere Breton?
«Perché quando si contatta la Breton si ha subito l’impressione di parlare con una azienda attenta alle esigenze dei clienti. Pur essendo una realtà piuttosto grande, hanno saputo mantenere il contatto con il mercato e con gli utenti, rispondendo a ogni dubbio o richiesta in modo propositivo. Inoltre, abbiamo avuto l’occasione di osservare le macchine Breton all’opera in altre officine, sia in Italia che all’estero, e la prima impressione positiva è stata confermata anche in seguito. Infine, si tratta di una azienda italiana: è nel DNA di Aviolamer cercare le soluzioni prima sul territorio nazionale e, solo in mancanza di opzioni, di rivolgersi all’estero. Come realtà italiana, fa piacere quando ci viene riconosciuto un merito e ritengo si debba fare lo stesso con le altre aziende».

Ma c’è di più. «In passato ci siamo appoggiati ad aziende che, per varie vicissitudini, non sono state in grado di aggiornare i propri prodotti o che, peggio ancora, hanno dovuto chiudere. – ha proseguito Zaccone – Osservando Breton si nota la volontà di crescere investendo e innovando, proponendo tecnologie sempre aggiornate senza fermarsi “sugli allori”. È un approccio che rispecchia il nostro modo di affrontare il mercato e che, quindi, ci trova in piena sintonia con Breton». 

Modelli di punta 
È così che nell’officina di Aviolamer sono entrate, a partire dalla fine del 2010, prima una Matrix 800 2t K25 e, poco dopo, una Eagle 1000 2t K45.
La Matrix offre una dimensione della tavola di lavoro da 3.000x2.000mm, con una portata pari a 10 tonnellate per metro quadrato.
L’asse X dispone di una corsa di 2.000mm, sull’Y sono 2.500mm mentre gli 800mm in altezza sull’asse Z sono sufficienti a ospitare anche pezzi di dimensioni generose.
Ovviamente si tratta di macchine a cinque assi, indispensabili per risultare produttivi in questo settore. Lo spostamento sull’asse A è di ±105°, mentre l’asse C in continuo consente di realizzare anche le forme più complesse.
Il modello installato in Aviolamer possiede un mandrino da 28.000 giri/min in grado di erogare 28 e 20 kW con 55/38 Nm di coppia rispettivamente in S6 (40%) o in servizio continuo.
L’attacco mandrino HSK-63A è sufficiente a serrare con forza gli utensili per operare sia con alte velocità, sia con elevate asportazioni.
Per ridurre i tempi morti, i rapidi sono pari a 40 m/min (20 m/min sull’asse Z) e il cambio utensile viene eseguito in pochi secondi. 
Eagle offre invece una tavola da 5.000x2.000mm con portata da 500 kg/m2, corse X/Y/Z pari rispettivamente a 2.500x4.500x1.000mm, con un asse A in grado di ruotare da 0 a +115° e un asse C con spostamento di ± 270°.
Questo modello garantisce una velocità degli assi maggiore, fino a 85 m/min su X e Y e 50 m/min su Z.
Il mandrino è il medesimo della Matrix, sufficiente cioè a fresare anche i materiali più tenaci tipici del settore aeronautico.


Vantaggi diretti 
Grazie all’impiego dell’alta velocità, Aviolamer ha ridotto notevolmente i tempi ciclo innalzando nel contempo la qualità geometrica e la finitura superficiale, risultando così ancora più concorrenziale.
Affidandoci a Breton inizialmente ci siamo posti come obiettivo la realizzazione di pezzi complessi in minor tempo, ma ben presto ci siamo resi conto che non solo era possibile ottenere questo primo vantaggio, ma che il margine garantito dalla Matrix e dalla Eagle era notevole e che dipendeva semplicemente dal livello di confidenza tra l’operatore e la macchina stessa».
L’inserimento di macchine con queste caratteristiche, infatti, a volte può risultare complesso, in particolare nelle officine che non hanno esperienza con lavorazioni su cinque assi continui.
Breton offre pertanto un servizio di supporto per rendere autonomi in pochi giorni gli operatori, che possono così lavorare in modo produttivo sin da subito. Ma non solo: come ci spiega Zaccone, «osservando le ultime due commesse portate a termine abbiamo notato dettagli che non avremmo potuto ottenere con le altre macchine che abbiamo in officina. Con il progetto Sirius, ad esempio, sono state messe in evidenza le performance delle macchine, mentre in ambito automotive abbiamo realizzato gran parte del mastro di montabilità in alluminio della Fiat 500: si tratta di una replica esatta del veicolo sul quale tutti gli altri fornitori dovranno fare riferimento per l’assemblaggio dei propri pezzi. Inutile dire che la precisione dev’essere assoluta».
Strumenti polivalenti 
«In quanto terzisti, ci posizioniamo in fondo alla catena produttiva. – ha proseguito Zaccone – Su di noi vengono spesso scaricate molte criticità: da un lato si tratta di uno svantaggio, perché siamo costretti a offrire nel contempo flessibilità, economicità di processo e precisione, ma da un altro punto di vista rappresenta la caratteristica che porta gruppi come Piaggio Aero, Agusta e Thales a scegliere noi anziché altre officine concorrenti».
Da questo punto di vista, l’esperienza iniziata con Breton ha già portato alcuni vantaggi e ha aperto nuove opportunità: «L’acquisto delle due nuove macchine ha avuto un risvolto inaspettato ma gradito anche a livello di marketing. I clienti che visitano la nostra officina per comprendere meglio la realtà Aviolamer ci affidano ora con maggior fiducia le nuove commesse, perché sanno che verranno realizzate da personale competente su macchine di qualità».
«In futuro contiamo di realizzare nuovi componenti: per il Boeing 787, ad esempio, realizziamo già diversi pezzi ma c’è la possibilità che il committente ce ne affidi altri, più complessi. Se il volume di lavoro si alzerà ulteriormente – ha concluso Zaccone – c’è la possibilità di acquistare un’altra macchina Breton dedicata esclusivamente al titanio». Leggi la 1a parte >>

(Articolo estratto daTM Tecnologie Meccaniche, giugno 2011)

mercoledì 29 giugno 2011

Non è solo una questione di micron - 1a parte

Grazie all’impiego delle macchine Breton, Aviolamer ha raggiunto risultati di assoluta eccellenza in ambito aeronautico. Ma non solo: i due modelli acquistati hanno spalancato le porte per nuovi, prestigiosi ambiti applicativi.
Quando si parla di officine meccaniche, per aumentare le proprie capacità operative è necessario investire in tecnologia, know how e formazione del personale.
Un ragionamento che, sulla carta, fila liscio come l’olio, ma che all’atto pratico si scontra con una serie di questioni difficili da gestire.
Il problema è fondamentalmente legato al capitale da investire e al rischio che questo resti inutilizzato a causa di flessioni di mercato. Tanto maggiore sarà il livello tecnologico acquisito, però, tanto alta sarà la possibilità di utilizzare i nuovi strumenti produttivi.
Con lo sguardo rivolto al cielo
I mercati trainanti rimangono quelli dove la tecnologia la fa da padrona: non stupisce, quindi, osservare come le più virtuose aziende operanti nel settore aeronautico riescano a conservare la propria posizione e, anzi, a raccogliere consensi e a crescere.
È il caso di Aviolamer, azienda giovane ma dalle radici solide. Nata nel 1998, Aviolamer può contare infatti sull’esperienza trentennale accumulata dal personale che vi opera.

«Il primo approccio al settore aeronautico è avvenuto in qualità di ricambisti per parti in compositi per Finmeccanica e Alenia, – ha spiegato Ermanno Zaccone, direttore generale di Aviolamer– dopodiché ci siamo proposti per la creazione di parti più complesse e delle relative attrezzature».
Oggi il core business dell’azienda è legato ai velivoli, ma le competenze acquisite hanno permesso di diventare fornitori di primo livello per grandi gruppi del settore automotive come Fiat, Iveco e Psa Renault.
«Due anni fa abbiamo fatto un ulteriore balzo verso l’alto, affacciandoci al mondo aerospaziale, grazie alla collaborazione con Alenia Space per il progetto Sirius. – ha proseguito Zaccone – Abbiamo ricevuto gli elogi da parte della Nasa per l’attività di costruzione dell’attrezzatura di pedanatura e per le scale di servizio per il montaggio dei pavimenti della cellula. È stato molto emozionante, e non sarebbe stato possibile senza l’impiego di strumenti dall’indubbio valore tecnologico. Da questo punto di vista l’investimento fatto con i modelli Eagle e Matrix di Breton è stato quanto mai azzeccato».
Leggi la 2a parte >>

(Articolo estratto daTM Tecnologie Meccaniche, giugno 2011)

venerdì 24 giugno 2011

lunedì 13 giugno 2011

EAGLE in asportazione


TEST 1: 5 passate da 3mm


TEST 2: 3 passate da 5mm



TEST 3: 3 passate da 7mm




TEST 4: 3 passate da 5mm a 90°

venerdì 27 maggio 2011

Eagle, centro di lavoro Breton per fresature ad alta velocità su materiali compositi e leghe leggere



Eagle è il nuovo centro di lavoro a portale specifico per operazioni di fresatura ad alta velocità su alluminio e materiali compositi. La sua trave mobile a 5 assi interpolati rende questo nuovo prodotto Breton particolarmente indicato per la lavorazione di elementi tridimensionali usati da aziende del settore aeronautico.
                 
Efficiente e flessibile 
Anche le operazioni più impegnative non sono un ostacolo per Eagle . Grazie alla flessibilità delle sue configurazioni, permette di eseguire anche le lavorazioni più difficili con la massima efficienza operativa.  
Eagle ha campi di lavoro da 2.500x2.000x1.000 mm fino a 20.000x5.000x2.500 mm ed oltre che con la doppia traversa e il doppio cannotto, consentono la lavorazione in pendolare.

Velocità di lavorazione e massima potenza di asportazione
Il campo di lavoro
Eagle ha una testa birotativa, posizionabile in qualsiasi angolazione del suo campo operativo, che permette di utilizzare un mandrino fino a 40 kW di potenza e 28.000 rpm, conferendo alla macchina una notevole capacità di asportazione. 
La testa simmetrica e rototiltante con rotazione continua dell’asse C e rotazione dell’asse “A” da 0° a +115° conferisce a Eagle una capacità di lavorazione non comune soprattutto nell’esecuzione di profili complessi a cinque assi continui. La velocità e la massima precisione, anche in sottosquadra, sono garantite dagli assi lineari da 85m/min.
Sicurezza e organizzazione
I cinematismi di
Eagle si trovano tutti nella parte superiore della macchina e permettono all’operatore di lavorare con assoluta precisione e in completa sicurezza, anche grazie alla struttura completamente chiusa.

Scopri di più su Eagle
Per saperne di più su Eagle, contatta un consulente Eagle. Scrivi a mail@breton.it o compila il modulo nella pagina Sales Inquiries. Se preferisci, puoi telefonare allo 0423 7691.