venerdì 8 luglio 2011

Non è solo una questione di micron - 2a parte

Una scelta vincente 
Le commesse del settore aeronautico impongono precisioni e tolleranze estreme.
«Le macchine presenti in officina erano al limite, – ha proseguito Zaccone – quindi l’acquisto di nuovi modelli è stato una scelta obbligata».
I costruttori che propongono macchine simili sono numerose: perché scegliere Breton?
«Perché quando si contatta la Breton si ha subito l’impressione di parlare con una azienda attenta alle esigenze dei clienti. Pur essendo una realtà piuttosto grande, hanno saputo mantenere il contatto con il mercato e con gli utenti, rispondendo a ogni dubbio o richiesta in modo propositivo. Inoltre, abbiamo avuto l’occasione di osservare le macchine Breton all’opera in altre officine, sia in Italia che all’estero, e la prima impressione positiva è stata confermata anche in seguito. Infine, si tratta di una azienda italiana: è nel DNA di Aviolamer cercare le soluzioni prima sul territorio nazionale e, solo in mancanza di opzioni, di rivolgersi all’estero. Come realtà italiana, fa piacere quando ci viene riconosciuto un merito e ritengo si debba fare lo stesso con le altre aziende».

Ma c’è di più. «In passato ci siamo appoggiati ad aziende che, per varie vicissitudini, non sono state in grado di aggiornare i propri prodotti o che, peggio ancora, hanno dovuto chiudere. – ha proseguito Zaccone – Osservando Breton si nota la volontà di crescere investendo e innovando, proponendo tecnologie sempre aggiornate senza fermarsi “sugli allori”. È un approccio che rispecchia il nostro modo di affrontare il mercato e che, quindi, ci trova in piena sintonia con Breton». 

Modelli di punta 
È così che nell’officina di Aviolamer sono entrate, a partire dalla fine del 2010, prima una Matrix 800 2t K25 e, poco dopo, una Eagle 1000 2t K45.
La Matrix offre una dimensione della tavola di lavoro da 3.000x2.000mm, con una portata pari a 10 tonnellate per metro quadrato.
L’asse X dispone di una corsa di 2.000mm, sull’Y sono 2.500mm mentre gli 800mm in altezza sull’asse Z sono sufficienti a ospitare anche pezzi di dimensioni generose.
Ovviamente si tratta di macchine a cinque assi, indispensabili per risultare produttivi in questo settore. Lo spostamento sull’asse A è di ±105°, mentre l’asse C in continuo consente di realizzare anche le forme più complesse.
Il modello installato in Aviolamer possiede un mandrino da 28.000 giri/min in grado di erogare 28 e 20 kW con 55/38 Nm di coppia rispettivamente in S6 (40%) o in servizio continuo.
L’attacco mandrino HSK-63A è sufficiente a serrare con forza gli utensili per operare sia con alte velocità, sia con elevate asportazioni.
Per ridurre i tempi morti, i rapidi sono pari a 40 m/min (20 m/min sull’asse Z) e il cambio utensile viene eseguito in pochi secondi. 
Eagle offre invece una tavola da 5.000x2.000mm con portata da 500 kg/m2, corse X/Y/Z pari rispettivamente a 2.500x4.500x1.000mm, con un asse A in grado di ruotare da 0 a +115° e un asse C con spostamento di ± 270°.
Questo modello garantisce una velocità degli assi maggiore, fino a 85 m/min su X e Y e 50 m/min su Z.
Il mandrino è il medesimo della Matrix, sufficiente cioè a fresare anche i materiali più tenaci tipici del settore aeronautico.


Vantaggi diretti 
Grazie all’impiego dell’alta velocità, Aviolamer ha ridotto notevolmente i tempi ciclo innalzando nel contempo la qualità geometrica e la finitura superficiale, risultando così ancora più concorrenziale.
Affidandoci a Breton inizialmente ci siamo posti come obiettivo la realizzazione di pezzi complessi in minor tempo, ma ben presto ci siamo resi conto che non solo era possibile ottenere questo primo vantaggio, ma che il margine garantito dalla Matrix e dalla Eagle era notevole e che dipendeva semplicemente dal livello di confidenza tra l’operatore e la macchina stessa».
L’inserimento di macchine con queste caratteristiche, infatti, a volte può risultare complesso, in particolare nelle officine che non hanno esperienza con lavorazioni su cinque assi continui.
Breton offre pertanto un servizio di supporto per rendere autonomi in pochi giorni gli operatori, che possono così lavorare in modo produttivo sin da subito. Ma non solo: come ci spiega Zaccone, «osservando le ultime due commesse portate a termine abbiamo notato dettagli che non avremmo potuto ottenere con le altre macchine che abbiamo in officina. Con il progetto Sirius, ad esempio, sono state messe in evidenza le performance delle macchine, mentre in ambito automotive abbiamo realizzato gran parte del mastro di montabilità in alluminio della Fiat 500: si tratta di una replica esatta del veicolo sul quale tutti gli altri fornitori dovranno fare riferimento per l’assemblaggio dei propri pezzi. Inutile dire che la precisione dev’essere assoluta».
Strumenti polivalenti 
«In quanto terzisti, ci posizioniamo in fondo alla catena produttiva. – ha proseguito Zaccone – Su di noi vengono spesso scaricate molte criticità: da un lato si tratta di uno svantaggio, perché siamo costretti a offrire nel contempo flessibilità, economicità di processo e precisione, ma da un altro punto di vista rappresenta la caratteristica che porta gruppi come Piaggio Aero, Agusta e Thales a scegliere noi anziché altre officine concorrenti».
Da questo punto di vista, l’esperienza iniziata con Breton ha già portato alcuni vantaggi e ha aperto nuove opportunità: «L’acquisto delle due nuove macchine ha avuto un risvolto inaspettato ma gradito anche a livello di marketing. I clienti che visitano la nostra officina per comprendere meglio la realtà Aviolamer ci affidano ora con maggior fiducia le nuove commesse, perché sanno che verranno realizzate da personale competente su macchine di qualità».
«In futuro contiamo di realizzare nuovi componenti: per il Boeing 787, ad esempio, realizziamo già diversi pezzi ma c’è la possibilità che il committente ce ne affidi altri, più complessi. Se il volume di lavoro si alzerà ulteriormente – ha concluso Zaccone – c’è la possibilità di acquistare un’altra macchina Breton dedicata esclusivamente al titanio». Leggi la 1a parte >>

(Articolo estratto daTM Tecnologie Meccaniche, giugno 2011)

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